Nel 2012, le malattie dell’apparato cardiovascolare hanno rappresentato il 15% della mortalità nel mondo e, se integrate con gli incidenti cerebrovascolari, questa percentuale sale al 27% (da Organizzazione Mondiale della Sanità – WHO, Maggio 2014, (http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs310/en/).
Sono dati statistici calcolati su grandi numeri, ma cosa significano? Una persona su quattro, nel 2012, è morta per causa di malattie ischemiche di cuore o cervello.
A questi è doveroso aggiungere tutti coloro il cui cuore non ha ceduto per problemi ischemici (non hanno sofferto un infarto), ma per aritmie, cardiomiopatie, e (purtroppo) molto altro.
Grazie allo sviluppo della scienza e della tecnologia medica, queste patologie sono ora oggetto di screening, permettendo una diagnosi precoce e un trattamento efficace ben prima che diventino sintomatiche – evitando quindi, in poche parole, manifestazioni serie/mortali.
Il primo passo verso la riduzione della mortalità deve essere compiuto a livello della comunità, attraverso la riduzione e il controllo dei grandi fattori di rischio di massa (http://www.cuore.iss.it/fattori/distribuzione.asp):
· Fumo, considerando fumatore anche chi fuma solo una sigaretta al giorno, a settimana o al mese; sono rispettivamente considerate “mai fumatori” ed “ex fumatori” quelle persone che non hanno mai fumato o che hanno smesso di fumare da almeno un anno;
· Ipertensione arteriosa, che per semplicità definiamo come pressione sanguigna superiore a 140/90mmHg;
· Sovrappeso e Obesità (calcolati con il Body Mass Index, BMI);
· Ipercolesterolemia (colesterolo elevato);
· Diabete;
· Stile di vita sedentario.
Secondo passo verso la riduzione della mortalità è invece a livello individuale, tramite lo screening cardiovascolare, accompagnato da un percorso personalizzato di riduzione del rischio. In cosa consiste? Semplici esami ambulatoriali quali:
· Elettrocardiogramma (ECG), ovvero lo studio non invasivo della funzione elettrica del cuore: il monitoraggio ECG permette di controllare il normale funzionamento del muscolo cardiaco e di identificare eventuali anomalie che possono essere il primo segno di patologia.
· Ecocolordoppler dei Tronchi Sopraortici (EcoTSA): studio delle maggiori arterie del collo (carotidi) mediante ultrasuoni, totalmente non invasivo, con lo scopo di valutare lo stato dei vasi di tutto il corpo e individuare restringimenti/ostruzioni. Infatti, non solo le arterie carotidi sono particolarmente soggette a patologie arteriosclerotiche (placche, sopportando le pressioni più alte del corpo), e sono responsabili per la più alta percentuale di ictus, ma sono anche un ottimo indice delle condizioni dei maggiori vasi sanguigni nell’organismo.
Ed eventualmente:
· Ecocardiogramma: studio diretto del cuore attraverso ultrasuoni, ancora una volta non invasivo, condotto attraverso il torace.
L’identificazione di anomalie in fasi iniziali attraverso lo screening permette un trattamento più efficace e molto meno invasivo rispetto alla cura dell’evento acuto (infarto).
Come dice il proverbio, prevenire è meglio che curare.
Presso lo Studio Bersani di Rogoredo sarà possibile sottoporsi a tale screening (ECG e EcoTSA), eseguito da medici specialisti, a partire da Giugno 2016.